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PAMELA MARITATA 129

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Jevre. Non vorrei che credeste....

Bonfil. Andate, vi dico. (alterato)

Jevre. (Oh, questa volta mi son confusa davvero)[1]. (parte)

SCENA XII.[2]

Milord Bonfil, poi Isacco.

Bonfil. Costei mi mette in sospetto. Conosco, che non dice la verità. Se vuol coprir la padrona, vi dee essere del mistero. Pamela non me l’ha detto di aver parlato a Milord colla governante presente. Costei è più maliziosa. Ma su questo punto mi vo’ chianre. Chi è di là?

Isacco. Signore.

Bonfil. Hai tu veduto stamane milord Artur?

Isacco. L’ho veduto.

Bonfil. Dove?

Isacco. Qui.

Bonfil. Con chi ha parlato?

Isacco. Colla padrona.

Bonfil. Nella sua camera?

Isacco. Nella sua camera.

Bonfil. Vi era madama Jevre?

Isacco. Non ho veduto madama Jevre.

Bonfil. Fosti in camera?

Isacco. Sì signore.

Bonfil. E non vi era madama Jevre?

Isacco. Non signore.

Bonfil. (Ah sì, m’ingannano tutti due. Sono d’accordo. M’ingannano assolutamente. Ecco Pamela. Son fuor di me. Non mi fido de’ miei trasporti). (parte)

  1. L’ed. cit. aggiunge: Ma sì, l’ha detta, e la vuò sostenere.
  2. Questa scena, com’è nella cit. ed. di Roma, vedasi in Appendice.
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