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LA BUONA MADRE 411

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Nicoletto. Gh’ho un interesse. Bisogna che vaga a Riaho a scuoder una partia de sette o ottocento ducati.

Lodovica. Andè, scuodela, e po vegnì qua.

Nicoletto. Siora sì, se vederemo.

Daniela. Arecordeve de mi.

Nicoletto. Caro quel muso[lower-alpha 1].

Lodovica. Vegnì presto.

Nicoletto. Cara la mia cara nonna. (vuol abbracciarla)

Lodovica. Via, insolente. (si difende)

Nicoletto. Siestu benedetta! (come sopra, e gli casca la mezza camiscia)

Lodovica. Lassème star; vardè, che perdè el manegotto.

Nicoletto. Sia maledetto sti manegotti. Patrone. (parte)

Lodovica. Oe, el gh’ha mezza camisa.

Daniela. Cossa importa? El gh’ha ben i abiti gallonai.

Lodovica. E se le fusse tutte panchiane[lower-alpha 2]?

Daniela. E ben, magneralo elo? magnerò anca mi. (parte)

Lodovica. Sì ben, cuor contento, e schiavina in spalla[lower-alpha 3]. (parte)

Fine dell’Atto Primo.

  1. Come se dicesse viso bello.
  2. Bugie.
  3. Proverbio il quale significa, che chi ha il cuor contento, soffre anche la miseria, fino ad aver bisogno per coprirsi di una schiavina.
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