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28 ATTO PRIMO

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Goldoni - Opere complete, Venezia 1915, XX.djvu{{padleft:36|3|0]] lo venderia volentiera. Se andemo in man de sti bazariotti[lower-alpha 1], no i vuol dar gnente; i vuol tutto per lori. Nualtri, poverazzi, andemo a rischiare la vita in mare, e sti marcanti col baretton de veludo[lower-alpha 2] i se fa ricchi co le nostre fadighe.

Beppo. (Scende di tartana con due canestri) Oe, fradelo?

Toni. Coss’è, Beppe? Cossa vustu?

Beppo. Se ve contentessi, vorria mandar a donare sto cao de barboni[lower-alpha 3] al Lustrissimo.

Toni. Per cossa mo ghe li vustu donare?

Beppo. No savè che l’ha da essere mio compare[lower-alpha 4]?

Toni. Ben! mandegheli, se ti ghe li vuol mandare. Ma cossa credistu? Che in t’un bisogno che ti gh’avessi, el se moverave gnanca dalla cariega[lower-alpha 5]? Col te vederà, el te metterà una man sulla spalla: Bravo, Beppe, te ringrazio, comandeme. Ma se ti ghe disi: Lustrissimo, me premeria sto servizio; nol s’arecorda più dei barboni: nol te gh’ha gnanca in mente; nol te cognosse più nè per compare, nè per prossimo, ne per gnente a sto mondo.

Beppo. Cossa voleu che fazze? Per sta volta lassè che ghe li manda.

Toni. Mi no te digo che no ti li mandi.

Beppo. Chiò[lower-alpha 6], Ménola[lower-alpha 7]. Porta sti barboni a sior cavaliere; dighe che ghe lo mando mi sto presente. (il putto parte)

SCENA VI.

Pasqua, Lucietta e detti.

Pasqua. Paron[lower-alpha 8]! (a Toni)

Toni. Oh muggiere[lower-alpha 9]!

  1. Pescivendoli.
  2. berretta di velluto, che portano ordinariamente quelli che comprano il pesce per rivenderlo, a differenza de’ pescatori, che portano in capo un cappellaccio, o un berrettino di lana.
  3. Questo canestro di triglie.
  4. Intende, che deve essere testimonio, quando si mariterà; ed un tal testimonio a Chiozza e a Venezia si sceglie, si prega, e si chiama compare.
  5. Dalla seggiola.
  6. Prendi.
  7. Soprannome di un garzon pescatore, ed è un pesce picciolo e poco stimato.
  8. Marito.
  9. Moglie.
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