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LE BARUFFE CHIOZZOTTE 33

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Vicenzo. Ho capìo. A revederse, paron Fortunato.

Fortunato. Sioìa, paò Izenzo.

Vicenzo. Schiavo, Titta Nane.

Titta Nane. Paron, ve saludo.

Vicenzo. Putti, andemo. Portè quel pesse con mi. (Mo caro quel paron Fortunato! El parla che el consola). (parte)

SCENA VIII.

Fortunato e Titta Nane.

Titta Nane. Voleu che andemo, paron Fortunato?

Fortunato. Petè[lower-alpha 1].

Titta Nane. Cossa voleu che aspettemo?

Fortunato. Petè.

Titta Nane. Petè, petè, cossa ghe xe da aspettare?

Fortunato. I ha a potare i terra de atro pesse, e de a faìna[1]. Petè.

Titta Nane. Petémo. (caricandolo)

Fortunato. Coss’è to bulare? Coss’è to ciare, coss’è to zigare?

Titta Nane. Oh! tasè, paron Fortunato. Xe qua vostra muggiere co so sorela Orsetta e co so sorela Checchina.

Fortunato. Oh oh, mia muggiere, mia muggiere! (con allegria)

SCENA IX.

Libera, Orsetta, Checca e detti.

Libera. Paron, cossa feu che no vegnì a casa? (a Fortunato)

Fortunato. Apetto e pesse, apetto. Ossa fatu[2], muggiere? Tatu ben (3), muggiere?

Libera. Stago ben, fio; e vu steu ben?

  1. Intende di dir aspettè.
  1. Devono portare a terra, scaricare, dell’altro pesce e della farina.
  2. Cosa fai ecc.?
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