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418 ATTO SECONDO

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Goldoni - Opere complete, Venezia 1915, XX.djvu{{padleft:430|3|0]] è vero, che un’altra donna[1]... (Ma tutte donne!) E così, cosa dice la saggia e prudente signora Candida?

Geltruda. Supposto che il signor Barone...

Conte. Supposto: maledetti i vostri supposti.

Geltruda. Dato, concesso, assicurato, concluso, come comanda vossignoria.

Conte. Illustrissima. (fra’ denti, da sè)

Geltruda. Signore. (domandandogli cosa ha detto)

Conte. Niente niente, tirate innanzi.

Geltruda. Accordate le condizioni e le convenienze, mia nipote è contenta di sposare il signor Barone.

Conte. Brava, bravissima. (a Candida) (Questa volta almeno ci sono riuscito). (da sè)

Candida. (Sì, per vendicarmi di quel perfido d’Evaristo). (da sè)

Geltruda. (Non credeva, certo, ch’ella v’acconsentisse. Mi pareva impegnata in certo amoretto... ma mi sono ingannata).

SCENA VIII.

Giannina sulla terrazza, e detti.

Giannina. (Non c’è, non la trovo in nessun luogo). Oh eccola lì.

Conte. Così dunque la signora Candida sposerà il signor barone del Cedro.

Giannina. (Cosa sento? cosa risponderà?)

Geltruda. Ella lo farà quando le condizioni... (al Conte)

Conte. Quali condizioni ci mettete voi? (a Candida)

Candida. Nessuna, signore, lo sposerò in ogni modo, (al Conte)

Conte. Viva la signora Candida, così mi piace. (Eh, quando mi meschio io negli affari, tutto va a meraviglia). (si pavoneggia)

Giannina. (Questa è una cosa terribile. Povero signor Evaristo! È inutile ch’io le dia il ventaglio). (via)

  1. Così nell’ed. Zatta e nelle recenti edizioni del Ventaglio. Forse potrebbe leggersi: È vero ch’è un’altra donna... alludendosi a Giannina.
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