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IL MATRIMONIO PER CONCORSO 497

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Anselmo. Bene bene, sopra di ciò parleremo[1]; avrei bisogno di andare subito in[2] qualche parte della città, per ritrovare alcuni miei amici e corrispondenti.

Filippo. Perdoni, vossignoria è negoziante[3]?

Anselmo. Sì, negoziante (ma sfortunato). Vorrei qualcheduno che m’insegnasse le strade.

Filippo. Parigi è grande; s’ella ha da girare in più d’un quartiere, la consiglio di prendere una carrozza[4].

Anselmo. E quanto si paga di una[5] carrozza?

Filippo. Se vuole una carrozza che chiamasi di rimessa, si prende a giornata, e costa dodici franchi il giorno.

Anselmo. Ventiquattro lire di Venezia!

Filippo. Se vuole un fiacher[6] ch’è una carrozza un poco male montata, ma di cui tutt’i galantuomini se ne possono onestamente servire, questa si paga a ragione d’un tanto[7] l’ora. Ventiquattro soldi di Francia la prima ora, e venti soldi per ogni ora che seguita.

Anselmo. Benedetta la gondola di Venezia! con quaranta soldi di Francia, mi serve dalla mattina alla sera. Fatemi il piacere di ritrovarmi un fiacher.

Filippo. Vado a servirla immediatamente[8]. Ah signore, chi dice male della nostra Italia[9], è indegno di vivere a questo mondo. (parte)

SCENA IX.

Anselmo, poi Pandolfo.

Anselmo. Oh, Italia, Italia! quando avrò il piacere di rivederti?

Pandolfo. (Sortendo dalla camera viene parlando verso la porta da dove esce[10]) Sciocca! stolida! imprudente! non meriti l’atten-

  1. Nelle ed.i cit. c’è punto fermo.
  2. C. s.: di andare ecc.
  3. C. s.: è negoziante vossignoria?
  4. C. s.: la.
  5. Nelle ed.i cil.: E quanto si paga una carrozza? Segue Filippo: Ve ne sono di 24 lire Veneziane al giorno. Prendendo fiacher, che è una carrozza un poco male montata ecc.
  6. Così il testo, per fiacre.
  7. C. s.: si paga a un tanto ecc.
  8. C. s.: Vado subito a servirla. Ah! signore ecc.
  9. C. s.: dell’Italia.
  10. Nelle ed.i cit. si legge solo: Parlando verso la porta della camera.
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