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IL MATRIMONIO PER CONCORSO 533

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Filippo. Quale italiana, signore?

Fontene. Quella rarità che si è fatta scrivere sugli affissi.

Filippo. (Sono tante stoccate al mio cuore).

Rose. Abbiamo parlato a suo padre. Ci ha detto che ciascheduno la può vedere, non ci dovrebbe essere difficoltà.

Filippo. (Mi viene in mente[1] una bizzarria). Signore, io non so niente degli affissi di cui parlate. So bene che in quell’appartamento vi è la figliuola[2] di un mercante italiano. (accenna la camera di Doralice.)

Rose. Appunto è figliuola di un mercante italiano. Si può vedere? Le si può parlare?

Filippo. Presentemente non c’è suo padre. Non so se sarà visibile.

Fontene. Con una donna di tal carattere non vi dovrebbero essere tanti riguardi.

Rose. Ditele che c’è una signora, che vuol parlare con lei: sarà più facile che si lasci vedere.

Fontene. Mi fate ridere. La credete voi così[3] scrupolosa? (a monsieur la Rose)

Filippo. Per me, le farò l’ambasciata[4] (Sentiranno che non è dessa, e spero che se ne andranno, prima che ritorni[5] Pandolfo). (entra nell’appartamento[6])

SCENA IX.

Monsieur la Rose e madame Fontene; poi Filippo.

Fontene. Io credo che il locandiere istesso si vergogni d’avere in casa questa sorta[7] di gente, e finga di non sapere.

Rose. Oh, per questo![8] Non è poi una cosa di tal conseguenza da far perdere la riputazione ad una locanda[9].

  1. C. s.: in testa.
  2. C. s.: figlia. Così più sotto.
  3. C. s.: tanto.
  4. C. s.: Imbasciata.
  5. C. s.: torni.
  6. C. s.: parte.
  7. C. s.: sorte.
  8. Così nelle ed.i cit. Nell’ed. Zatta è stampato: Oh, perchè questo!
  9. Segue nelle ed.i cit.: «Fil. Signore, la giovine vi domanda ecc.».
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