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LE BARUFFE CHIOZZOTTE 65

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Isidoro. Oe, digo, vegnì qua, sentève. (facendole segno che si sieda)

Libera. (Va a sedere.)

Isidoro. Chi seu?

Libera. (Non risponde.)

Isidoro. Respondè, chi seu? (urtandola)

Libera. Sior.

Isidoro. Chi seu?

Libera. Cossa disela?

Isidoro. Seu sorda? (forte)

Libera. Ghe sento puoco.

Isidoro. (Stago fresco!) Cossa gh’aveu nome?

Libera. Piase?[lower-alpha 1]

Isidoro. El vostro nome.

Libera. La diga un poco più forte.

Isidoro. Eh! che no voggio deventar matto, (suona il campanello)

Comandadore. La comandi.

Isidoro. Che vegna drento quell’omo.

Comandadore. Subito. (parte)

Isidoro. Andè a bon viazo. (a Libera)

Libera. Sior?

Isidoro. Andè via de qua. (spingendola, perchè se ne vada)

Libera. (Oh! l’ho scapolada pulito. I fatti mi, no ghe li voggio dire). (parte)

SCENA XV.

Isidoro, poi paron Fortunato, poi il Comandadore.

Isidoro. Sto mistier xe bello, civil, decoroso, anca utile. Ma delle volte le xe cosse da deventar matti.

Fortunato. Tissimo[lower-alpha 2] siò cogitore, tissimo.

Isidoro. Chi seu?

Fortunato. Fortunato Aichio.

  1. Cosa dice? Questo piase e veneziano, è simile al plait-il francese.
  2. Vuol dire illustrissimo.
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