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70 ATTO TERZO

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Goldoni - Opere complete, Venezia 1915, XX.djvu{{padleft:78|3|0]] Me pare sempre d’aver i zaffi alla schina[lower-alpha 1]. Zitto, zitto, che viè[lower-alpha 2] Viè, viè.[lower-alpha 3], che te voggio giustare.

SCENA II.

Libera, Orsetta e Checca col ninzoletto sulle spalle, e detto.

Libera. Beppe! (amorosamente)

Orsetta. El mio caro Beppe!

Beppo. In malora, ia[lower-alpha 4]!

Orsetta. Con chi la gh’astu?

Libera. A chi in malora?

Beppo. In malora quante che sè.

Checca. Vaghe ti in malorzega[lower-alpha 5]. (a Beppo)

Orsetta. (A Checca) Cossa t’avemio fatto? (a Beppo)

Beppo. Ti sarà contenta, anderò in preson; ma avanti ch’a ghe vaghe...

Orsetta. No, no t’indubitare. No sarà gnente.

Libera. Paron Vicenzo l’ha dito cussì ch’a no se stemo a travaggiare, che la cossa sarà giustà.

Checca. E po gh’avemo per nu el cogitore.

Orsetta. Se può savere con chi ti la gh’ha almanco?

Beppo. Con ti la gh’ho.

Orsetta. Co mi?

Beppo. Sì, con ti.

Orsetta. Cossa t’oggio fatto?

Beppo. Cossa te vastu a impazzare co Marmottina? Perchè ghe parlistu? Per cossa te vienlo a cattare?

Orsetta. Mi?

Beppo. Ti.

Orsetta. Chi te l’ha dito?

Beppo. Mia cugnà e mia sorella me l’ha dito.

Orsetta. Busiare!

Libera. Busiare!

  1. Schiena.
  2. Viene Orsetta.
  3. Vieni, vieni.
  4. Via.
  5. Lo stesso che in malora, detto più modestamente.
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