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LE BARUFFE CHIOZZOTTE 77

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Orsetta. Come parlistu? (s’avanzano in zuffa)

Pasqua. Voleu ziogare che ve petuffo[lower-alpha 1]?

Libera. Chi?

Orsetta. Mare de diana! che te sflazelo[lower-alpha 2] vara[1].

Lucietta. Oh che giandussa[lower-alpha 3]!

Orsetta. Parla ben, parla. (le dà sulla mano)

Lucietta. Oe! (alza le mani per dare)

Libera. Tìrete in là, oe! (spingendo Pasqua)

Pasqua. Coss’è sto spenze[lower-alpha 4]? (spingendo Libera)

Orsetta. Oe, oe! (si mette a dare, e tutte due si danno gridando)

Tutte. Oe, oe!

SCENA XI.

Paron FORTUNATO e dette.

Fortunato. Fermève, fermève, donne, donne, fermève. (Le donne seguono a darsi gridando sempre. Fortunato in mezzo, finchè gli riesce di separarle, e caccia le sue in casa.

Libera. Ti gh’ha rason. (entra)

Checca. Ti me l’ha da pagare. (entra)

Orsetta. Ve vôi cavare la petta[lower-alpha 5], vara. (entra)

Pasqua. Maledetta! Se no me fava[lower-alpha 6] male a sto brazzo, te voleva collegare[lower-alpha 7] per terra. (entra)

Lucietta. E vu, savè, sior carogno[lower-alpha 8], se no ghe farè far giudizio a culìe, ve trarrò sulla testa un de quei pitteri[2] che spuzza. (entra)

Fortunato. Ande là, puh! Maledie! Donne, donne, sempre baruffe, sempre chià[lower-alpha 9]. Dise be e[lower-alpha 10] proverbio: Donna danno, donna malanno, malanno, danno, malanno. (entra in casa)

  1. Quanto volete giocare ch’io vi do delle busse?
  2. Ti flagello, cioè ti do tante busse, che ti faccio in pezzi.
  3. Diavolo, cioè donna cattiva.
  4. Che cos’è questo spingere?
  5. Ti voglio strappare i capelli, la petta essendo i capelli della donna, divisi in due treccie ed annodati in forma rotonda sopra del capo.
  6. Faceva.
  7. Stendere.
  8. Carogna, declinato per abuso, e detto per disprezzo.
  9. Gridano.
  10. Dice bene il proverbio.
  1. Guarda
  2. Piter, vaso; Boerio.
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