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LE BARUFFE CHIOZZOTTE | 77 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Goldoni - Opere complete, Venezia 1915, XX.djvu{{padleft:85|3|0]]
Orsetta. Come parlistu? (s’avanzano in zuffa)
Pasqua. Voleu ziogare che ve petuffo[lower-alpha 1]?
Libera. Chi?
Orsetta. Mare de diana! che te sflazelo[lower-alpha 2] vara[1].
Lucietta. Oh che giandussa[lower-alpha 3]!
Orsetta. Parla ben, parla. (le dà sulla mano)
Lucietta. Oe! (alza le mani per dare)
Libera. Tìrete in là, oe! (spingendo Pasqua)
Pasqua. Coss’è sto spenze[lower-alpha 4]? (spingendo Libera)
Orsetta. Oe, oe! (si mette a dare, e tutte due si danno gridando)
Tutte. Oe, oe!
SCENA XI.
Paron FORTUNATO e dette.
Fortunato. Fermève, fermève, donne, donne, fermève. (Le donne seguono a darsi gridando sempre. Fortunato in mezzo, finchè gli riesce di separarle, e caccia le sue in casa.
Libera. Ti gh’ha rason. (entra)
Checca. Ti me l’ha da pagare. (entra)
Orsetta. Ve vôi cavare la petta[lower-alpha 5], vara. (entra)
Pasqua. Maledetta! Se no me fava[lower-alpha 6] male a sto brazzo, te voleva collegare[lower-alpha 7] per terra. (entra)
Lucietta. E vu, savè, sior carogno[lower-alpha 8], se no ghe farè far giudizio a culìe, ve trarrò sulla testa un de quei pitteri[2] che spuzza. (entra)
Fortunato. Ande là, puh! Maledie! Donne, donne, sempre baruffe, sempre chià[lower-alpha 9]. Dise be e[lower-alpha 10] proverbio: Donna danno, donna malanno, malanno, danno, malanno. (entra in casa)
- ↑ Quanto volete giocare ch’io vi do delle busse?
- ↑ Ti flagello, cioè ti do tante busse, che ti faccio in pezzi.
- ↑ Diavolo, cioè donna cattiva.
- ↑ Che cos’è questo spingere?
- ↑ Ti voglio strappare i capelli, la petta essendo i capelli della donna, divisi in due treccie ed annodati in forma rotonda sopra del capo.
- ↑ Faceva.
- ↑ Stendere.
- ↑ Carogna, declinato per abuso, e detto per disprezzo.
- ↑ Gridano.
- ↑ Dice bene il proverbio.