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L'AUTORE

A CHI LEGGE[1]

D

OPO tutto quello ch’io ho detto nel terzo volume delle mie memorie[2] il Pubblico non doveva aspettarsi da me la traduzione in lingua italiana del mio Bourru Bienfaisant.

Una circostanza singolare mi ha animato a sormontare tutte le difficoltà; l’amicizia mi ha fatto occupare piacevolmente in quest’opera qualche sera del crudo inverno dell’anno scorso [3], e l’uso ch’io dovea fare del profitto[4] di questo mio lavoro, ha finito di persuadermi.

So che due traduzioni Italiane corrono da qualche tempo l'Italia[5]; non le conosco; le credo buone; ma credo che i miei Compatrioti non saran malcontenti di averne una fatta da me medesimo.

Io ho avuto nel farla un avvantaggio sopra degli altri; un semplice traduttore non osa scostarsi, nelle difficoltà, dal senso litterale; io padrone dell’opera mia, ho potuto di quando in quando cambiar le frasi, per meglio appropriarle al gusto e all’uso della mia nazione.

  1. Questo avvertimento al lettore trovasi stampato in fine della commedia tradotta dall’autore stesso, pp. 94-95 del testo originale.
  2. Allude ai famosi Mémoires de M. Goldoni etc. che uscirono in tre tomi nel 1787 a Parigi (chez la Veuve Duchesne). Vedasi la Nota storica.
  3. Allude alla rigida stagione invernale 1788-89.
  4. Testo: proffitto.
  5. Allude alle traduzioni di Pietro Candoni e di Elisabetta Caminer, l’una e l’altra stampate a Venezia nel 1772.
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