< Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1926, XXIII.djvu
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta.
476 ATTO PRIMO

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Goldoni - Opere complete, Venezia 1926, XXIII.djvu{{padleft:480|3|0]]

La cagion del dolor; ma serenate

All’annunzio felice il vostro spirto:
Voi l’erede del trono, il Re voi siete.
Matilde. (Ecco il punto fatale!) (da sè
Leonzio.   Il popol tutto
V’acclama, vi desia, vi priega umile,
E impaziente accorre per vedervi
Sul fronte balenar l’aurea corona[1].
Enrico. Leonzio, amico, anzi dirovvi padre,
Che tal sempre mi foste e tal sarete,
Fia mia gloria seguir vostri consigli.
Voi mi reggete, mi guidate al trono
Regolando i miei passi; anzi dovete
Voi regnar più di me. Troppo vi sono
Debitor della saggia amabil cura
Che di me voi prendeste. Io riconosco
Questo regno da voi, piucchè dal sangue.
Trattenetevi alquanto, e fin ch’io torni,
Con voi resti Matilde. Io voglio darvi
Una prova d’affetto; una caparra
Di mia riconoscenza.
Leonzio.   E qual cagione...
Enrico. La cagione e l’effetto or or saprete.
(entra ne’ suoi appartamenti privati

SCENA III.

Leonzio e Matilde.

Leonzio. Figlia, il vostro dover vi chiama altrove.

Morte privò d’un genitor Costanza[2];
A voi s’aspetta con pietoso ciglio[3]

  1. Bett.: vi priega umile — D’accettarne il bel fregio, e impaziente — Brama vedervi la Corona in fronte.
  2. Bett.: La nostra Principessa à perso il Padre.
  3. Bett.: con il mesto ciglio.
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.