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482 ATTO PRIMO

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SCENA VII.

Riccardo dalla porta comune, e detti.

Riccardo. Il pol raunato a voi m’invia

Di veder impaziente il suo sovrano.
La gran piazza è ripiena, e qui la (olla
Giunta saria, se delle guardie il cenno
Non trattenesse il loro passo a forza.
Leonzio. Vostra, Riccardo, e delle guardie sia
La cura d’apprestar l’augusto trono.
Qui piace al nuovo re la prima volta
Mostrarsi al popol suo. De’ capi io vado
A ragunar la miglior parte. Il tempo,
La guisa, il luogo e la real persona
Sappia Costanza, e si ritrovi anch’essa
Al grand’atto presente. Ormondo, in mezzo
Agli affari del regno, io non oblio
Ciò per cui sarem lieti ambi per sempre[1].
(parte per la porta

SCENA VIII.

Ormondo e Riccardo.

Riccardo. Poss’io saper l’origine di questo

Vostro comun piacer?
Ormondo.   Non la nascondo
Alla vostra amicizia. Oggi Matilde
Mia consorte sarà.
Riccardo.   Piacer che presto
In duolo cangierà.
Ormondo.   Per qual cagione?

  1. Bett.: io non mi scordo — Ciò per cui sarem lieti, e Voi ed Io.
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