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ENRICO 533

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Un amante sofferto a lui nemico.

Restate pur; so il mio dover. Sottrarmi
Agli occhi vostri deggio[1]. Addio per sempre.
Enrico. Vi seguirò...
Matilde.   Cotanto ardir non soffro.
Enrico. A un amante così?...
Matilde.   Così una moglie.
Enrico. Son vostro Re.
Matilde.   L’autorità reale
Questa soglia non passa. È Re ciascuno
Nel proprio albergo. A custodir l’onore
Vagliami questa porta.
(Entra nel suo appartamento, chiudendo l’uscio in faccia ad Enrico.

SCENA VII.

Enrico solo.

  Ingrata! A tanto

Giugne sua crudeltà![2] Se mi vuoi morto,
Vieni il trionfo a rimirar tu stessa
Della tua tirannia. Sparger il sangue
Più lieve mi saria, che soffrir questo
Tormentoso disprezzo. Amor crudele,
Sì spietato con me? Deh cangia tempre.
S’io fui finor di tue saette il segno,
Cangia alfin l’ira tua meco in pietade.


Fine dell’Atto Quarto.

  1. Bett.: Deggio dagli occhi vostri.
  2. Bett.: tua crudeltà?
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