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SCENA X[1].

Teodora e Filippo.

Filippo. Ferma, dimmi perchè? ecc.

SCENA XI[2].




Galleria.




Giustiniano e Bellisario.



Giustiniano. Perchè sì mesto e sì dolente in viso ecc.
.     .     .     .     .     .     .     .     .     .     .     .     .     
Bellisario. Ma s’è senza rimedio il male mio,
Che mi giova narrarlo?
Giustiniano.   Altrui fors’anco
Impossibil non fora il tuo rimedio.
Bellisario. Sarìa vana lusinga.
Giustiniano.   Ed un Monarca
Sì scarso fia d’autorità in Bisanzio,
Che consolar l’amico suo non possa? ecc.
.     .     .     .     .     .     .     .     .     .     .     .     .     

SCENA XII[3].

Narsete e detti.

Narsete. Signor, l’Italia chiede ecc.

.     .     .     .     .     .     .     .     .     .     .     .     .     
Bellisario. Troppo, Signor, tua generosa destra
Favorisce un vassallo.
Giustiniano.   I benefizj,
Che da te ricevei, sono maggiori.
Riconosco da te vita ed Impero;
E l’Impero e la vita a te io debbo. (via

  1. Corrisponde all’ultima scena dell’atto I dell’ed. Zatta.
  2. Corrisponde alla sc. I del 2. atto dell’ed. Zatta.
  3. Corrisponde alla sc. II del 2. atto.
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