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Tolse di man, ed una volta appena

Leggerlo allor potei. Col pianto agli occhi ecc.
.     .     .     .     .     .     .     .     .     .     .     .     .     
Io a piè n’andrò del coronato Augusto,
Accuserò Teodora ecc.
.     .     .     .     .     .     .     .     .     .     .     .     .     
Bellisario. Ah no, t’arresta;
Io saprò Giustinian render sicuro
Dell’incorrotta mia fede costante.
Maggior contro di te ecc.
.     .     .     .     .     .     .     .     .     .     .     .     .     
Teodora. Sì, appena un solo sguardo io ti donai,
E furtivo tel diedi, un rio comando
Di Teodora imponeva il mio silenzio,
Ed ella stessa nelle proprie mie
Stanze nascosta, ogni atto mi guattava (sic).
Bellisario. Mostro crudel di ferità inaudita! ecc.
.     .     .     .     .     .     .     .     .     .     .     .     .     

SCENA IX[1]

Teodora e detti.


Teodora. Se un testimon cercate
Delle vostre dolcezze, io sarò quello. ecc.

· · · · · · · · · · ·

T’inganni, Bellisario, e poi se tale
Ti fossi ancor, temer di te potrebbe
Un eroe sì fastoso, che l’Impero
Di Grecia sostennè (sic), che tante imprese
Condusse invitto a glorioso fine?
Bellisario. Ben lo dicesti. E vero, io non ti temo. ecc.
.     .     .     .     .     .     .     .     .     .     .     .     .     

  1. Corrisponde alla sc. VI del 3. atto.
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