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GIUSTINO | 99 |
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SCENA IX.
Arianna ed Eufemia.
Eufemia. Ah! che mai disse
Il vecchio Ergasto? Non è vil Giustino,
Qual si suppone?[1] Ben mi avviddi, appena
Che nel volto gentil fissai [2] le luci.
Ma qual strepito sento?
Arianna. Ah! siam perdute.
Ecco i nemici.
Eufemia. Non temer[3]. Giustino
Vittorioso precede[4].
Arianna. Egli è sdegnato.
Eufemia. Egli un’alma d’eroe serba nel seno.
SCENA X.
Al suono [5] di militari strumenti s’avanzano Giustino, Vitaliano e Polimante con seguito di milizie; e dette.
Ad ingiuriar col vittorioso piede
Di Bisanzio le vie, guardami in volto.
Quella io [6] son che ti piacque. A farti degno
Del mio amor faticasti. Ah! se tu perdi
Con atto vil delle vittorie il merto,
Perdi ancora d’Eufemia e destra e core.
Giustino. Bella, non paventar[7]. Quivi non vengo
Nemico, no, ma vincitor, ma amico [8].
Mi piacesti, t’amai[9]. Mi piaci, e t’amo.
Partii degno di te, degno ritorno [10].