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GIUSTINO 105

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Anastasio.   Sì, mi rammento

Che tu l’ami. Se piace a lui tua destra,
Io non m’oppongo.
Giustino.   La sospiro e bramo
Sovra a ogn’altro [1] trionfo.
Eufemia.   Al fin sei mio. (a Giustino
Giustino. Polimante, signor, ti raccomando;
Egli è il servo fede), che a Vitaliano
Offrì lo scampo dalla torre.
Anastasio.   A lui,
Se ha il favor di Giustin, tutto si deve.
Esponga il suo desir.
Polimante.   Del mio signore
Seguir l’orme derio.
Anastasio.   Vanne, e i tesori
Che Amanzio possedea, sian degno premio
Della tua fedeltà.
Polimante.   Prosperi il Cielo
Lungamente i tuoi giorni. (Oh come è vero [2]
Che non si perdon mai l’opere degne), (parte [3]

SCENA ULTIMA.

Ergasto e detti.

Ergasto. Permettesi all’antico e fido Ergasto

Del comune gioire entrar a parte?
Giustino. Padre, oh quanto in vederti esulta il core!
Sappi ch’io son...
Ergasto.   Lo so: Cesare e sposo
Della tua bella Eufemia. A più alto grado

  1. Ms.: Sacro ogn’altro.
  2. Ms.: Oh me felice! Poi segue: Non si perdono ecc
  3. Questa didascalia, ch’è nel ms., manca nell’ed. Zatta.
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