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GIUSTINO | 105 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Goldoni - Opere complete, Venezia 1927, XXIV.djvu{{padleft:109|3|0]]
Che tu l’ami. Se piace a lui tua destra,
Io non m’oppongo.
Giustino. La sospiro e bramo
Sovra a ogn’altro [1] trionfo.
Eufemia. Al fin sei mio. (a Giustino
Giustino. Polimante, signor, ti raccomando;
Egli è il servo fede), che a Vitaliano
Offrì lo scampo dalla torre.
Anastasio. A lui,
Se ha il favor di Giustin, tutto si deve.
Esponga il suo desir.
Polimante. Del mio signore
Seguir l’orme derio.
Anastasio. Vanne, e i tesori
Che Amanzio possedea, sian degno premio
Della tua fedeltà.
Polimante. Prosperi il Cielo
Lungamente i tuoi giorni. (Oh come è vero [2]
Che non si perdon mai l’opere degne), (parte [3]
SCENA ULTIMA.
Ergasto e detti.
Del comune gioire entrar a parte?
Giustino. Padre, oh quanto in vederti esulta il core!
Sappi ch’io son...
Ergasto. Lo so: Cesare e sposo
Della tua bella Eufemia. A più alto grado