< Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1927, XXIV.djvu
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta.
122

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Goldoni - Opere complete, Venezia 1927, XXIV.djvu{{padleft:126|3|0]]

||}}Maffei di gloriosissima ricordanza. Si conosce, ch’egli ha procurato imitarlo [1], copiando i pensieri della sua Merope, e i vesri medesimi trascrivendo; ma in alcuni tratti, mi si conceda il dirlo, ha superato il Maestro.

Io gli auguro di buon cuore lunga vita, e miglior salute, acciò possa egli arricchire i Teatri nostri di belle erudite Tragedie. Il talento suo felicissimo arriverà ben presto a conoscere i difetti [2] di questa sua prima imperfetta Opera, e si asterrà principalmente per l’avvenire di terminare una Tragedia in tal modo, che sarebbe riprensibile in Commedia ancora; tanto più che il matrimonio di Teonoe con Icaro non è necessario, terminandosi l’azione completa col discoprimento delle due Figliuole di Testore. Vedrà col tempo, quanto sia meglio scemar il numero degl’inutili versi, delle repetizioni, e specialmente degli argomenti; ed io son certo, che arriverà egli ad essere un giorno il decoro della Tragedia Italiana.

In quanto a me, se non mi degna dell’approvazione sua, pazienza. Ho cinque lettere del Maffei suo Maestro, suo Nume, che parlano di me in altra guisa; nell’Opera sua de’ Teatri antichi e moderni scrive di me in maniera, che rende onore al mio nome[3]. So che il Marchese Maffdei ed il Martelli furono nemici in vita per occasione del verso dal secondo inventato; ma condannato un tal verso dal Maffei giustamente nella Tragedia, disse a me medesimo, che intesa la recita del mio Moliere, piaciuto[4] eragli nella Commedia; e tanto è vero ciò che asserisco, che a lui medesimo vivente l’ho ricordato nella dedica di tal Commedia a lui fatta nel Tomo Secondo della edizione mia Fiorentina [5]. Riescitomi[6] s’ bene il verso nella Persiana, lo ritentai nel Filosofo Inglese [7], che fu egualmente felice; onde arrivatane la notizia al prefato Signor Marchese Maffei, così mi scrive in una sua lettera che colle altre conservo, in data de’ 24 Febbraro 1754: Dal Signor Luciato ricevo il suo quarto Tomo [8]; gliene rendo mille grazie e ne fò parte la sera agli Amici.

  1. Ed. Pittori: Immitarlo.
  2. Nel testo: difetti.
  3. Vedisi la Nota Storica che Edgardo Maddalene appose al Moliere, nel vol. VII della presente edizione, a pag. 98.
  4. Ed. Pitteri: piacciuto.
  5. Allude all’Ed. Peperini. Vedasi vol. VII della ed. presente.
  6. Ed. Pasquali: riuscitomi.
  7. Vol. X della presente edizione.
  8. Si allude all’ed. Peperini di Firenze.
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.