< Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1927, XXIV.djvu
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta.

LA SPOSA PERSIANA 159

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Goldoni - Opere complete, Venezia 1927, XXIV.djvu{{padleft:163|3|0]]

Chi mi consiglia? ah dove trovo un amico vero?

Alì, mio caro Alì, dov’è il tuo cor sincero?
L’oppio per cui brillava, ora lo tiene oppresso;
Ed io tra dubbi e pene non conosco me stesso.
A te volgo la faccia, tempio in Arabia antico,
A cui peregrinando va il grande, e va il mendico.
Kabà [G 1], che nella Meca[1]tra barbari e divoti.
De’ Turchi e Persiani ha le preghiere e i voti.
Giuro venir io stesso, d’oro munito e spoglie,
Con cento schiavi e cento a baciar le tue soglie.
Passar indi a Medina[G 2] dalla Meca prometto,
Ve’ nella ferrea cassa sta sepolto Maometto.
Tutto farò pel solo desio d’aver mia pace.
Fatima fa pietade, ed Ircana mi piace. parte


Fine dell'Atto Secondo.


  1. L’antico tempio della Meca, in cui erano adorati gl’idoli dai Gentili, indi da Maometto assegnato per la peregrinazione de’ suoi seguaci.’.
  2. Ove rifugiassi Maometto, e dove morì.
  1. Così il Goldoni.
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.