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180 | ATTO QUARTO |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Goldoni - Opere complete, Venezia 1927, XXIV.djvu{{padleft:184|3|0]]
Ei non l’ha detto[1] a voi presto, l’ha detto a me.
Sì, signor, presto parlo: Ircana se n’è andata;
Machmut l’ha venduta, e Osmano l’ha comprata;
E quei che l’han condotta a così bel mercato,
Son questi scellerati, che mi hanno assassinato.
Tamas. Ah traditori indegni!
(con un pugnale ferisce uno degli Eunuchi, e tutti fuggono
Curcuma. (Affé, gli sta a dovere.
Ah se fuggir potessi!)
Tamas. Perfida, in tuo potere
Non era il custodirla, difenderla, avvisarmi?
Il Ciel nelle mie mani ti lasciò per sfogarmi.
(minacciandola
Curcuma. Ah ci sono.
SCENA III.
Alì e detti.
Curcuma. (Io non so se ferita m’abbia la testa o il dorso).
Tamas. Ircana mia... ad Alì
Alì. La vidi. (parla confuso, come se fosse briaco[2]
Tamas. Ohimè! da voi veduta?
Dove?
Alì. Per via.
Tamas. Ma quando?
Alì. Ora.
Tamas. Perchè?
Alì. Venduta.
Tamas. Ah Ciel! penar mi fate i cenni e le parole.
L’oppio, che rende audaci, instupidir poi suole.