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LA SPOSA PERSIANA 203

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Suocero, padre, sposo, siete di ciò contenti?

Ah sì, basta; supplisce il silenzio agli accenti.
Tu liberasti il piede, libera il cor nel seno,
Se non sarai signora, non sarai schiava almeno.
Di Tamas non avrai in tuo potere il core,
Ma nol vedrai tu stessa arder d’un altro amore.
Vanne, non aspettare, che altro da noi si dica;
Prendi congedo, e parti, il ciel ti benedica;
Soffrir da me, trafitta con sofferenza amara,
Quella virtù, che forse non ben conosci, impara.
Ircana. (Sospirando, confusa parite.
Machmut. Figlia, la tenerezza il cor m’opprime.
Fatima.   Oh Dei!
Tamas, tu non mi guardi?
Tamas.   Ah l’idol mio tu sei.
Fatima. E tu, padre, che dici?
Osmano.   Ah!
Fatima.   Sì, lo sdegno è estinto
L’amor vero trionfa, io son felice, ho vinto.

SCENA ULTIMA.

Alì e detti.

Alì. Tamas, la real guardia...

Tamas.   Dei due schiavi svenati
Vuol ch’io paghi la pena?
Machmut.   No, figlio, ho già pagati
Quattrocento tomani, [G 1] che erano un monte d’oro.
Tamas.   Ah genitor, perdono.
Machmut. Sì, tu vali un tesoro.
Ma non tradir te stesso, la sposa e il genitore.
Tamas. Di quanti mali è fonte uno scorretto amore!

  1. Ventimila ducati Veneziani.
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