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GIUSTINO 21

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Ciò che la gioventù de’ giorni nostri

Ama solo e desia. Se a caso incontra
Qualche ninfa per via, guai che a mirarla
Alzasse il ciglio! ei sol di gloria è vago.
Volesse il Ciel ch’io secondar potessi
Il genio suo. Ma povertà mi opprime.
Giustino. (Che vezzosa maestà! Che vago misto
Di bellezza e valor!)
Ergasto.   Vedi com’egli
Fissa [1] in te gli occhi? Non è già il tuo volto,
Che attragga [2] i sguardi suoi. Sono quest’armi
L’incanto de’ suoi lumi.
Eufemia.   Oimè, che vedo I
Ecco Amanzio co’ suoi. Misera, io [3] temo
Qualche nuovo periglio.
Ergasto.   Alla germana
Del suo monarca ei porterà[4] rispetto.
Eufemia. Troppo è superbo, ed ha dell’armi in mano
Il supremo comando.
Giustino.   A me s’aspetta (ad Eufemia
Questa seconda impresa. Il brando tuo
Cedimi, e non temer.
Ergasto.   Fermati. Amanzio (a Guatino
Dell’armi è il primo duce: offende Augusto
Chi colui non rispetta. Io ti consiglio (ad Eufemia
Celarti anzi che giunga a discoprirti [5].
Vedi là quel boschetto? Ivi t’ascondi,
E non temer. Guidala tu; ma tosto (a Giustino
Ritorna poi (non vo’ [6] che di soverchio
Colla donna sen stia. Chi sa? Siam fatti
D’una[7] fragile pasta).
Eufemia.   Al tuo consiglio
Di già pronta m’adatto[8].

  1. Ms.: fisa.
  2. Ms: attraga.
  3. Ms.: t’.
  4. Ms.: serberà.
  5. Ms.: ad iscoprirti.
  6. Ms.: vuo’.
  7. Ms.: Di una.
  8. Ms.: adato.
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