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ATTO SECONDO |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Goldoni - Opere complete, Venezia 1927, XXIV.djvu{{padleft:44|3|0]]
D’innamorarla, invan rimedio al male
Porger vorrai. La donna innamorata
Non conosce ragion. Ciechi trasporti
Produce in lei la rea passione; aspira
Solo ad esser contenta, e non ricusa,
Per compiacer al[1] suo novello amante,
Sagrificar padre, marito, e figli.
Anastasio. Quai sospetti odiosi[2] in sen mi desti?
Conosco Arianna, e di Giustin non temo.
Amanzio. Vogliano i Dei che tu a pentir non t’abbia
D’aver a’ detti miei negata fede[3].
Ma vedi Augusta: la tua sposa vedi
In abito viril[4], e seco il fido,
L’innocente Giustino.
SCENA III.
Arianna in abito virile, Giustino da guerriero e detti.
In viril spoglia?
Arianna. Io vuo’ seguirti al campo;
Esser teco vogl’io fida compagna
Del tuo destin, del tuo voler[5], e quando
Lo decretin gli Dei, del tuo morire.
Anastasio. Ma Giustin perchè teco?
Arianna. Il valoroso
Garzon che miri, in compagnia m’elessi.
Egli mi scorterà.
Anastasio. No, no; destino
Ad altr’uso il suo braccio.