< Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1927, XXIV.djvu
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta.

ATTO SECONDO

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Goldoni - Opere complete, Venezia 1927, XXIV.djvu{{padleft:46|3|0]]

Scielto [1] foss’io, mi gioverà a tal atto [2]

Esser stato presente.
Anastasio.   Eccedon troppo
Di Giustino le mire. (ad Arianna
Arianna.   Ad opre eccelse
Forse a tuo pro lo destinaro i Numi.
Anastasio. Ah! non vorrei che il tuo[3] soverchio affetto
Temerario il rendesse. (ad Arianna
Arianna.   Invan ciò temi, (ad Anastasio
Accoppiar[4] l’umiltà suole all’ardire.
Anastasio. (Troppo Arianna l’esalta. Avrò ben io
Cura maggior per rilevarne il vero).


SCENA V.




Vitaliano in figura d’ambasciatore di se medesimo,
Polimante, Amanzio e detti.



Vitaliano. Augusta, eccelsa, di Zenon già sposa
Degna di Grecia imperatrice [5], e degna
Che il mondo tutto a te tributi, e serva:
E tu sposo di lei, che l’alto grado
Avesti dal suo amor, di Vitaliano,
Che ad entrambi per me salute invia.
Piacciavi i sensi udire, e ciò che pensa
Il di lui cor, sol della pace amico.
(siedono Vitaliano e Polimante
Arianna. Pria che t’inoltri, sappi [6] che Anastasio
È Augusto, qual son io; ch’ei di Zenone
È il successor; che all’alto grado io solo,
Consigliata non già da cieco amore,
L’elessi, ma giustizia al di lui merto
Feci nel dargli la metà del trono.

  1. Ms.: Scelto.
  2. Ms.: a far atto»
  3. Ms.: mio»
  4. Ms.: accopiar»
  5. Nel ms., qui e sempre: Imperatrice.
  6. Ms.: Sappi, pria che t’inoltri.
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.