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ATTO SECONDO |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Goldoni - Opere complete, Venezia 1927, XXIV.djvu{{padleft:48|3|0]]
Che a voi propone il mio signor[1] in prezzo
Della pace che v’offre. Il primo è questo:
Cesare Vitalian, qual voi, s’appelli,
E abbia parte, qual voi, nel Greco impero:
Ei non ricuserà seder sul trono
Con Anastasio. Ecco il secondo: a lui
L’Asia che soggiogò col suo valore,
Non si contenda, e di ragion privata
Si dichiari da voi, finche riunito
L’impero sia di Vitalian ne’ figli.
Ora il terzo dirò, non preveduto,
Non sperato da voi: diasi d’Eufemia
La destra a Vitaliano; ei la richiede
Perchè l’ama, e la sua virtude apprezza [2],
Per far più saldo della pace il nodo,
E per dar forse d’Anastasio al sangue
Fregio che ancor non ebbe. I patti udiste.
Or le minaccie, ricusando, udite.
Mille e mille guerrieri ei guida seco
Verso Bisanzio. A voi torrà l’impero,
E forse anco [3] la vita. Eufemia stessa
In suo potere avrà, stragi [4] inaudite
Di voi facendo e de’ seguaci vostri.
Pace o guerra eleggete: e l’una e l’altra
Piace al mio re, quando a voi piaccia. Ho detto.
Anastasio. Oh tu, che ad un ribelle il nome dai
Di signor [5] e di re, riporta ad esso
Con quanta sofferenza abbia Anastasio
Uditi i sensi tuoi. Digli ch’io regno,
Perchè a me di regnar concesse il dritto
Chi dar poteami[6] a suo piacere il trono.
Digli che di regnar non è sol degno