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GIUSTINO | 55 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Goldoni - Opere complete, Venezia 1927, XXIV.djvu{{padleft:59|3|0]]
Del tristo mondo[1], alla natura appresso,
Forma la gloria vera, e gloria tale,
Che non muore con noi, ma ben sul dorso
D’una più vera eternità si regge.
Pensaci pur; non [2] t’ingannar, Giustino;
Morirei di dolor se ti vedessi
Fra la turba fatal di trista gente[3]
Questo nume adorar bugiardo [4] e vano.
Giustino. Padre, il vano[5] desir sì non m’acceca[6],
Che di gloria immortal cura non prenda.
Pugnar contro i ribelli [7] è un’opra degna
D’eterna lode, e sarà grata ai Numi.
Ergasto. Dunque hai risolto?
Giustino. Sì.
Ergasto. (Quest’altra via
Tentisi d’arrestarlo). Ah! figlio, io vedo.
Che vogliono gli Dei[8] per mio tormento
Di te privarmi[9]. Vecchio son[10]; tu corri
Contro al periglio[11]. Un di noi due di morte
Preda sarà. Non ci vedrem, Giustino,
Forse mai più. Pria di morir, mio caro,
Giust’è ben che [12] ti sveli il grande arcano.
Tu figlio mio non sei.
Giustino. Come! Non sono
Il figlio tuo? M’inganni, o m’ingannasti,
Padre, sin’ora?
Ergasto. Il ver ti dico, e inganno
- ↑ Segue nell’autografo del Goldoni questo passo che si trova abbreviato e alterato nell’ed. Zatta: un contentar se stesso — Con quanto lice, e quanto il Ciel concede; — Serbar le umane e le Divine leggi, — Amiche tanto alla natura istessa, — Forma la Gloria vera, e Gloria tale — Che non muore con noi, che non rimane — Per pochi dì fra i popolari, e vani — Plausi del volgo insano; ma sul dorso ecc.
- ↑ Ms.: Pensaci. Oh Dio! non ecc.
- ↑ Ms.: gente trista.
- ↑ Ms.: buggiardo.
- ↑ Ms.: un vano.
- ↑ Ms.: accieca.
- ↑ Ms.: a’ ribelli.
- ↑ Ms.: Che mi vogliono i Dei.
- ↑ Ms.: Privar di te.
- ↑ Ms.: son io.
- ↑ Nel ms. c’é il punto e virgola, a così dopo sarà.
- ↑ Ms.: ch’io.