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ATTO TERZO

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Non fu celarti l’esser tuo[1]. La vita

Così ti preservai[2].
Giustino.   Stelle! qual sangue
Nelle vene mi scorre?
Ergasto.   Andiam, Giustino,
Andiamo in parte ove arrivar non possa
A sturbarci il furor di gente armata;
Tutto ti narrerò.
Giustino.   Ma dilungarmi
Non poss’io[3] già. Senti, deh! senti il suono
Che a pugnare m’invita. In brevi accenti
Svelami il grado mio.
Ergasto.   No, vieni meco
S’hai [4] desio di saperlo.
Giustino.   Ah![5] se m’arresto,
Perdo il momento fortunato. Ah! padre,
Dimmelo [6] per pietà.
Ergasto.   Lo speri invano[7].
Giustino. Parto dunque.
Ergasto.   Va[8] pur, ma ti rammenta
Che l’arcano ch’io celo...
Giustino.   Eh! di svelarlo
Tempo non mancherà. Mancar potrebbe
L’occasion di pugnar. Questa mia spada
Immerger vuo’ di Vitalian nel seno.
Ergasto. Tu ferir Vitaliano? Oh stelle! Sappi
Che tu di Vitaliano...
(si sente strepito d’armi fra le scene
Giustino.   Ah! che si avanza[9]
Il furor della pugna[10]. Eterni Numi,
Reggete voi della mia destra i colpi.
(impugna la spada, e parte

  1. Nel ms. c’è punto e virgola.
  2. Ms.: presserval.
  3. Ms.: posso io.
  4. Ms.: Se hai.
  5. Ms.: Oh.
  6. Ms.: Dimelo.
  7. Ms.: In vano.
  8. Ms.: Va’.
  9. Ms.: s’avanza
  10. Nel ms. punto e virgola.
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