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GIUSTINO 61

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Giustino. Giustino, il servo tuo.

Arianna.   Dove si trova
Il mio Anastasio, il caro sposo?
Giustino.   Ei riede
Vittorioso dal campo.
Arianna.   Oh Dei! respiro.
Giustino. Sollevati. Permetti ch’io ti possa
Le ferite fasciar[1].
Arianna.   Sì, fido amico.
La vita a te dovrò. (si alza [2] un poco
Giustino.   Chi delle belve
Schiuse l’orrida stanza?
Arianna.   Invan mel chiedi.
Giustino. Ti ferì l’empia tigre?
Arianna.   Mi feriroò
Gl’inimici sul campo. Io della tigre
Nulla so. Di’, che avvenne?
Giustino.   In tempo io giunsi
Allorché [3] il dente di cotesta ingorda
Fiera crudel volea sbranarti.
Arianna.   Dunque [4]
Due volte mi salvasti? Ah qual condegna
Mercede, mio garzon, dar ti poss’io? [5]
(Arianna e Giuslino mostrano di parlar piano fra loro, sinchè parlano forte i due che vengono[6].

SCENA VI.

Anastasio, Amanzio dal fondo della scena, e detlti.

Amanzio. Mira: aperto è il cancello [7].

Anastasio.   Hanno le fiere
Fatta strage[8] de’ nostri?

  1. Ms.: annodar.
  2. Ms.: s’alza.
  3. Ms.: Allor che.
  4. Ms.: Adunque.
  5. Ms.: Ah qual mercede — Valoroso Garzon, darti poss’ io?
  6. Ms.: fra di loro, sino che forte parlano li due che sopraoengono.
  7. Nel ms. c’è il punto interrogativo.
  8. Ms.: Stragge fatta.
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