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GIUSTINO 67

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Amante no, ma disperata, eterna[1]

Nemica tua[2]. Colà fra l’ombre erranti
Vendetta chiederò. Ma questo pianto
Dovrebbe pur intenerirti. Io sono
Vile cotanto e di disprezzo degna,
Che nulla possa sul tuo cor? Deh vivi,
Deh ti movi[3] a pietà del dolor mio!
Caro, tel chiedo per gli Dei del Cielo,
Per l’amor mio dirti non oso, eppure
Tal è l’amor che per te m’arde in [4] seno,
Che moverebbe a compassione un sasso.
Giustino. Ma se in vita rimango, ah! qual fatale
Vergognoso rossor cotesta vita
Mi costerà!
Eufemia.   Non dubitar; gran tempo
La menzogna non dura. Al cor d’Augusto
Favellerò. Prieghi, sospiri e pianti,
No, non risparmierò.
Giustino.   Ma in ozio vile
Dovrò restar mentre si pugna? Oh Dei!
Quest’è il maggior d’ogni tormento.
Eufemia.   Vanne;
Non ti vieto, Giustino, espor la vita,
Qualor[5] ti accingi a gloriose imprese.
Vanne, pugna, trionfa [6], e il tuo valore
Faccia smentir le scellerate accuse.
Giustino. Ah! che mi vieta [7] il mio signor crudele
Ruotar in campo a suo favor la spada.
Eufemia. Vietar non può ch’uom valoroso e forte
Nel calor della mischia il braccio suo
Contro il furor degl’inimici adopri.
Vanne, sarà mia cura in faccia a lui
Giustificar il tuo coraggio.

  1. Ms.: e cruda.
  2. Nel ms. c’è punto e virgola.
  3. Ms.: muovi.
  4. Ms.: Il.
  5. Ms.: Qual'or.
  6. Ms.: Pugna, e trionfa.
  7. Ms.: m’impose.
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