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GIUSTINO 87

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Tante volte [1] d’aver perso un germano?

Vitaliano. Sì, ma vuoi che in Giustin, fra boschi avvezzo [2],
Trovarlo io speri?
Polimante.   Di tai casi piene
Sono le greche istorie [3].
Giustino.   Io dunque sono
Di Vitalian germano? (ad Ergasto
Ergasto.   Appunto.
Giustino.   E al petto
Di lui due volte misurai la spada?
Ergasto. Ed egli al tuo la misurava adesso.
Or torno a voi. Sì, Vitalian, tu sei
Di Giustino fratello. Il dì fatale
In cui svelata fu di Teodosio
Tuo genitor l’orribile congiura,
Foste entrambi rapiti, e tolti foste
Alla giust’ira del monarca offeso.
Il tuo fido custode, ch’avea nome
Nicandro ed era Trace, al gran trasporto
La notte attese;[4] nel passar lo stretto,
Che dall’Asia maggior divide Europa,
Lasciò cadersi un de’ bambini in mare,
Non so se a caso, o se per disgravarsi
Dal doppio peso. Io che per mia ventura
Compagno fui d’una tal fuga, accorsi,
Non veduto, fra l’onde e il pargoletto
Con quel vigor che ne’ primi anni avea,
Raccolsi, e meco il trasportai languente
Sovr’altro legno, e qual mio figlio sempre
Me l’allevai[5]. Vedilo là; se core
Hai di svenarlo, io non trattengo il colpo.
Giustino. (Numi eterni, che intesi!)

  1. Ms.: fiate.
  2. Il Goldoni aveva stcritto: Sì, ma come in Giustin fra boschi avvezzo; ma poi cassò queste parole.
  3. Ms.: Greche Istorie.
  4. Nel ms. c’è il punto fermo.
  5. Ms.: alevai.
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