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ATTO QUINTO

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A creder tutto a chi tutti aborriva.

Ecco una nuova ribellion d’ogni altra [1]
Più perigliosa. Il traditor ribaldo
M’involò de’ guerrier la miglior parte.
Chi sa sin dove l’alma nera [2] aspira?
Che risolvo? Che fo? Chi mi soccorre
In sì grand’uopo? Ah, se Giustin superbo
Stato non fosse, e se d’Arianna il core
Ito non fosse penetrando, in lui
Tutto fidato avrei. La sua fortezza
L’eroe di Grecia prometteaci in esso;
Ma la folle ambizion tutta in un punto
Del suo valor le forti prove [3] oscura.

SCENA II.

Eufemia e detto.

Eufemia. German, soffri ch’io torni un’altra volta

Di Giustino a parlarti. Ah te lo giuro,
Reo non è qual tu credi! Arianna è fida;
Salvò ad essa la vita il valoroso.
Era pietà cidò che ti parve amore.
Ah Cesare! [4] Ah german! torna in te stesso;
Dell’empio accusator, del crudo Amanzio,
Ravvisa in fin le scellerate insidie.
Della fé ch’hai prestata al traditore,
Mira qual frutto avesti. Ei ribellossi;
Egli è il maggior de’ tuoi nemici. E d’onde
Avrai la tua difesa? Oh Dio! preveggo
La rovina comun. Già mi preparo,
Del lascivo amator per tormi all’onte,
Colla mia stessa man passarmi il petto.

  1. Ms.: ogn’altra.
  2. Ms.: il suo delitto'.
  3. Ms.: la rimembranza.
  4. Qui e dopo german c’è nei ms. la semplice virgola.
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