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prefazione. | lxxxix |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Gozzi - Le fiabe. 1, 1884.djvu{{padleft:107|3|0]]fondamente le vecchie tradizioni della commedia popolare e della commedia dell’arte; le tradizioni, che avea voluto raccogliere e difendere contro il Goldoni, a il più fiero combattitore, com’ei lo chiamava, della commedia nostra improvvisa, che l’Italia abbia avuto.[1]» Checchè sia di ciò, il Corvo è una delle sue fiabe meglio congegnate; v’ha scene potenti, lo stile ed i versi sono qua e là talmente superiori a quelli delle altre fiabe, che non sarei lontano dal credere vi fosse passata sopra, come in altri suoi drammi, la mano del conte Gaspare. V’è introdotta anche qui, per amore o per forza, la satira letteraria. La Scena VII dell’atto terzo è, per confessione del Gozzi, una parodia del Chiari, che s’ostinava a voler far parlare le Maschere in versi.[2] Su di che è da notare altresì la bellezza tipica del carattere del Pantalone, che il Gozzi, in ciò correggendo la tradizione della Commedia dell’Arte, serba uniforme in tutte le altre sue fiabe.[3] Nel Pantalone s’incarnano il brio, la bonarietà, la cordialità, ed insieme l’acuto senno
- ↑ Ragionamento Ingenuo, cit.
- ↑ Vedi a pag, 97 del presente Volume.
- ↑ La Commedia dell’arte ora ne fa un tristo, ora un imbecille, ora un dissoluto, reso più ignobile dalla vecchiezza. Vedi: Il Teatro delle Favole rappresentative, overo la Ricreatione Comica, Boscareccia e Tragica, divisa in cinquanta Giornate, composte da Flaminio Scala, detto Flavio, Comico del Serenissimo Sig. Duca di Mantova. — All’Ill.mo Sig. Conte F. Riario, Marchese di Castiglione di Vald’Orda et Senatore in Bologna. (In Venetia, Pulciani, 1611).