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clx | prefazione. |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Gozzi - Le fiabe. 1, 1884.djvu{{padleft:178|3|0]]zioni dello Schlegel. L’Ugoni fu dei primi ad esaminare un po’ accuratamente la vita e le Opere del Gozzi per farsi strada a giudicarlo, ma la sua conclusione non fu favorevole al Gozzi. C’entrò pure la preoccupazione politica e liberale, per la quale l’Ugoni non poteva perdonare al Gozzi le sue opinioni avverse alla filosofia filantropica del secolo XVIII, senza pensare che queste con le opinioni politiche liberali del 1820 e 31 non hanno nulla da fare. L’Ugoni quindi derise come assurde affatto le lodi date dagli stranieri a Carlo Gozzi, la cui fantasia, incapace di crear nulla di artisticamente armonico, era, secondo l’Ugoni, la folle du logis, che discorre a vanvera, senza sentimento e senza giudizio.[1] Come il Tommaseo giudicasse l’uomo ed il poeta ebbi già occasione di dire. Delle Fiabe giudica che «le giocose fantasie e i sali abbondano» nell’Amore delle Tre Melarance. «Delle altre (continua), delle quali talune rimasero ai burattini, l’invenzione è tolta da novelle o drammi d’altri: abborracciati i caratteri, falso o leggiero l’affetto, il dialogo fuor di natura, lo stile disadorno, E il Baretti, chiamandolo il più mirabile ingegno drammatico dopo lo Shakespeare, si mostra giudice grossolano.[2]» Chi direbbe però che con queste gravi parole l’acuto