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clxxxii prefazione.

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Gozzi - Le fiabe. 1, 1884.djvu{{padleft:200|3|0]]scandalo delle Droghe d’Amore e del Gratarol e la parte, che ebbe Caterina in tutto questo malaugurato avvenimento, troncassero il volo alle ambizioni di Andrea Tron, il quale aspirava al Dogato.[1] Ciò non tolse a Caterina di primeggiare in Venezia e a questo fine veramente furono diretti gli sforzi di tutta la sua vita e le arti femminee, con le quali passò dal talamo de Tiepolo a quello di Andrea Tron,[2] di cui fu amante prima che moglie, e che pure non seppe sciogliersi dalle sue catene. Galante essa era di certo e la galanteria fu il segreto della sua potenza. Basta leggere le sue lettere al Tron durante i dibattimenti delle Leggi contro gli Ebrei e della Correzione del 1775 per vedere, che filtri d’amore e d’adulazione sapea manipolare quella donna.[3] In pari tempo la suu vendetta contro il Gratarol rivela una violenza di passioni, che basta a dar ragione, non foss’altro, delle maldicenze molte, che corsero a suo carico. V’ha chi pretende che in quell’occasione ella si valesse dell’antico ascendente, esercitato sul cuore del Conte Carlo Gozzi, e sebbene non s’abbia ancora documento sicuro di ciò,

  1. Un epigramma del tempo:

    Thronus Eques, sapiens, nunc Procurator,
    tu illo si diadema negat Patria, sponsa dabit.

  2. Era nata nel 1736, s’era maritata al Tiepolo nel 1755. Fu annullato il matrimonio e sposò Andrea Tron nel 1773.
  3. Stupenda fra le lettere pubblicate dal Castelnovo la lettera di Caterina Tron, 5 Sett. 1773.
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