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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Guasti - Sigilli pratesi.djvu{{padleft:49|3|0]] col pievano di Santa Maria di Colonica, a una decima sugli ecclesiastici per sei anni in Terre Sancte subsidium[1]. Trovato pertanto, che nell’anno 1320 governava la nostra chiesa un Accursino, non v’è difficoltà per attribuirgli il Sigillo che porta un A, e che ha tutti i caratteri di quel tempo. Sapere chi egli fosse, e se qualcosa facesse degna di memoria, ci piacerebbe; ma i non pochi documenti che ho veduto, tacciono di lui. Compenserò questo silenzio con qualche notizia della chiesa, che si ricollega alla storia delle arti e della beneficenza in Prato.
§ 7. Nel 1550, a’ 27 di settembre, conferendo il proposto Pier Francesco Riccio a Taddeo d’Antonio di Matteo da Barberino una cappellania posta nella chiesa di Santa Maria in Castello, la qualifica ad altare Sancti Antonii sive Ansarti sita[2]; e dev’essere quel benefizio che Giuseppe Casotti dice fondato da Antonio di Martino di Feo de’ Nerli; da Prato, per rogo di ser Antonio Migliorati, l’anno 1486[3]. Amaddio Baldanzi soggiunge, che a quell’altare stava una tavola con questa iscrizione[4]:
questa tavola a fatta fare antonio di
martino di peo e mona domenica
sua donna . a . m° . cccc° . lxxvi°
die xviii di gunio.
- ↑ Archivio citato, provenienza citata.
- ↑ Archivio citato, provenienza citata.
- ↑ Lunario Pratese, al dì primo dicembre. Manoscritto in Roncioniana, codice 62. Nello Spoglio delle famiglie; codice Roncioniano, n.° 105, a carte 585 t.; lo stesso Casotti ci dà le armi che erano nella tavola e nel gradino dell’altare di Sant’Ansano.
- ↑ Notizie istoriche di Prato, volume XVI, Sepolcri. Manoscritto in casa Salvi-Cristiani. — Quanto alla data della tavola, non par probabile che precedesse di dieci anni la fondazione del benefizio; forse è errore nel Casotti, e forse nel Baldanzi.