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I Nibelunghi 31

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300Molti giovani prenci a lui sommisero
La lor terra natìa co’ suoi castelli.
  Ambo atterrati i due potenti regi,
Morti così, grave distretta a lui
D’Alberico venìa. Sul loco istesso
305Disïava costui de’ regi suoi
Pigliar vendetta, fin che da Sifrido
Colpo fatal toccò. Già non potea
Resistere a quel prode il forte nano;
Come feri leoni, ambo salìano
310Di corsa al monte, ove la sua Tarnkappe[1]
Tolse al nano Sifrido. Ei, l’uom tremendo,
Fu del tesoro allor prence e signore.
  Ma quei che di pugnar con seco ardirono,
315Tutti giacquero uccisi. Egli il tesoro
Fe’ ratto addurre e carreggiar sul loco
La 've il tenean di Nibelùng le genti,
E n’ebbe ufficio di custode il forte
Alberico animoso. Un giuramento

  1. Corazza del nano Alberico che rendeva invisibile chi la portava.
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