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I Nibelunghi | 103 |
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Andarne tosto, se poss’io da lei
120Tanto ottener che ci porgano aita
Sue vaghe ancelle in apprestar le vesti,
Quali recar vogliam con molto onore
Per l’inclita fanciulla. In cortese atto
Hàgene di Tronèga allor dicea:
125Perchè vorreste di cotal servigio
Vostra madre pregar? Fate che intenda
Ciò che bramate la sorella vostra,
E tal servigio in buon punto vi fia
Per che n’andiate a quella corte. — Allora
130Alla sirocchia sua fe’ dir quel prence
Ch’ei di vederla avea desìo, che ancora
Ciò disïava principe Sifrido.
E quella, prima che cotesto fosse,
Avvenente e leggiadra, erasi ornata
135Con arte molta. Oh! fu per lei di doglia
Parca il venir di questi ardimentosi![1]
- ↑ Detto con leggiera ironia. Essa ne ebbe gran dolore perchè il suo Sifrido stava per partire.