< Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta.

I Nibelunghi 119

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu{{padleft:190|3|0]]

Altri narrava. Per gl’ignoti eroi
Elle si ornâr della persona in quella
Guisa così secondo hanno costume
Leggiadre donne ognor. Vennero poscia
40Là da le feritoie, i prodi estrani
A rimirar, chè per veder soltanto
Ciò per esse si fea. Ma quattro soli
Scendean di quelli a terra, e su l’arena
Trasse un destrier Sifrido ardimentoso,
45E ciò vedean da le finestre anguste
Le vezzose donzelle. Onor pensavasi
D’aversi in questo principe Gunthero[1].
  Sifrido inver per le ritorte briglie
Tenea del sire il nobile destriero,
50Buono e leggiadro e forte e grande assai,
Fin che prence Gunthero alto in arcioni
Assidero potè. Cotal servigio
Sifrido gli prestò; ma troppo il sire
Ciò si scordò di poi. Dal navicello

  1. Dell’essere servito da Sifrido che voleva passare per suo vassallo. Vedi più sopra.
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.