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I Nibelunghi 209

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Ei le volle celar quanto per essa
Avea recato, fino al dì che, cinta
Di corona regal, ne andò alla terra
Di lui la bella sposa. Oh! quanto poco
680Ciò che darle dovea lasciò negletto![1]
  Al mattin che seguì, l’ospite regio
D’alma più lieta che non fosse in pria,
A tutti si mostrò. Perciò fu grande
La gioia e buona per cotanti illustri
685A cui fe’ invito alle sue case. A lui
Incliti si prestâr servigi e ossequi,
E fino al dì che fu quattordicesmo,
Andâr le feste nuzïali, quando,
Tutto quel tempo, non cessò frastuono
690Di sollazzi e tripudi in ogni guisa
Che altri volle tener. Computo in alto
Ne andò davver de’ dispendi del sire!
A’ congiunti di lui, ospite illustre,

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  1. Ironico. Cioè egli non trascurò di dare a Kriemhilde l’anello e il cinto rapiti a Brunhilde.
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