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I Nibelunghi | 293 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|I Nibelunghi, Hoepli, 1889, I.djvu{{padleft:364|3|0]]
De’ compagni a sollazzo, ei valoroso
E buono e ardito. Oh! come in tutta grazia
Di prence e di signore ei cavalcava
210All’ostello del bosco! Era assai grande
Quell’asta sua, e grossa e forte, e un’arma
Leggiadra gli scendea fino agli sproni.
Un bel corno portava il nobil prence
Con seco, in or, che forte luccicava.
215Di miglior veste da cacciar non io
Udii cose narrarmi, e si vedea
Che un giustacuore egli recava attorno
Di nera pelle e un casco in zibellino,
Che ricco era d’assai. Deh! quanti fiocchi
220Splendidi egli portava al suo turcasso!
Sovra il turcasso, per il dolce odore,[1]
Una coperta in pelle di pantera
Indotta si vedea. Recava ancora
Un arco, e per ingegni altri dovea
- ↑ Credevasi nel Medio-Evo che la pantera mandasse un odore molto soave.