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Posar mi vo’.[1] — Come cotesto udìa
355Prence Gunthero, quanto dolce cosa
Questa venne al suo cor! Ma il valoroso[2]
Arditamente disse: Io più d’assai
Anche vo’ dirvi. Le mie vesti tutte
Vo’ con meco portar, l’asta e la targa
360Insieme e del cacciar l’arnese mio.
Rapidamente assai la sua faretra
Egli avvinse alla spada, e quelli,[3] intanto,
Le vesti si traean dalla persona,
E in due bianche camicie ambo vedeansi
365Là rimaner. Correano poi su l’erba
Come due fiere di selvaggia vita,
Ma primo al fonte giungere fu visto
Sifrido valoroso; egli toccava
In tutte cose, innanzi agli altri tutti,
370L’onor del premio. Là disciolse ratto
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