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346 I Nibelunghi

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95Tanto ei fean, che di là, da quella terra
De’ Nibelunghi, riscattò e condusse
Donna Kriemhilde in fino al Reno il suo
Tesoro ingente. Egli era il nuzïale
Dono[1] di lei e il giusto suo possesso.
  100E Gislhero e Gernòt per esso andavano,
E ad uomini ottocento indisse allora
Donna Kriemhilde ch’ei dovean, celato
Là ’ve si stava, togliere il tesoro,
Qual custodia co’ suoi miglior consorti
105Alberico gagliardo. Allor che quelli
Pel tesoro fûr visti in su dal Reno
Avvicinarsi, a que’ consorti suoi
Saggio disse Alberico: Or, del tesoro
Nulla confidiam noi di averci ancora,
110Da che il richiede qual suo nuzïale
Dono la nostra nobil donna. Eppure
Ciò non sarìa giammai, disse Alberico,
Ove perduto malamente noi

  1. Dotem non uxor marito, sed uxori maritus offert (Tacit. Germ. 18).
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