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I Nibelunghi 347

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Non avessimo, insieme al pro’ Sifrido,
315La sua buona Tarnkappe; egli solea,
Di Kriemhilde leggiadra il fido sposo,
Recarla ad ogni tempo. Ora incoglieano
Tristi mali a Sifrido.[1] Il prode un giorno
La Tarnkappe ci tolse, e questa terra
320Tutta dovette a lui servir. — Ne andava
Il tesorier così là’ ve rinvenne
Le chiavi del tesor. Stettero innanzi
Alla montagna di Kriemhilde gli uomini,
Anche una parte de’ congiunti suoi,
325E al mar fu carreggiato, al navicello,
Il tesoro così. Traeanlo a monte
Del Reno, sovra l’acque.[2] — Ora v’è d’uopo
Udir prodigi a raccontar per esso,
Chè dodici carrette alto colmate,
330In quattro notti e in quattro dì, dal monte
Trasportarlo dovean. Tre volte al giorno

  1. La maledizione che pesa sul tesoro. Vedi l’Introduzione al Poema.
  2. Rimontavano il Reno.
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