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352 I Nibelunghi

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410Cui di ritorno, si farà cotesto,
Chè intanto abbiam di cavalcar desìo.[1]
  Prence Gunthero coi congiunti suoi,
Quanti là si trovâr fra gli altri tutti
I più prestanti, abbandonò la terra,
415Tolto Hàgene soltanto. Ei restar volle
Per l’odio che a Kriemhilde anche portava,
E ciò egli fe’ ben volentieri. Innanzi
Che di ritorno fosse il re possente,
Hàgene, intanto, quello per sè tolse
420Ricco tesoro e tutto presso a Loche
Nel Reno l’affondò. Credea goderne
Un giorno poi, nè ciò potè giammai
Avverarsi per lui. Ma fean ritorno
I prenci intanto con uomini seco,
425Molti d’assai, e ratto incominciava
Il suo gran danno a piangere Kriemhilde
Con sue donne ed ancelle. Era cotesto
Grave dolor per lei; ma Giselhero

  1. Non si sa il perchè; ma Hagene approfitta dell’assenza degli altri per celare il tesoro.
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