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I Nibelunghi 459

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Qui vi restate e vi guardate ancora
Con sollecita cura, e chi è più ardito
Lasciate andar dalla sorella mia.
  245Il cavaliere di Tronèga allora
A corrucciarsi incominciò: Che alcuno
Vi conduciate per la via non soffro,
Quale osi più d’assai vosco alla reggia
D’Ètzel recarsi cavalcando. Questo,
250Poi che di là distorvi non v’è a grado,
Io mostrerovvi apertamente. — Allora
Disse il maestro alla regal cucina,
Rumoldo cavalier: Qui v’è concesso,
Conforme a vostra volontà, far cenno
255Che altri accolga per voi stranieri e amici,
Poi che bramate che altri vi consigli,
Ch’io credo sì che non vi prese ancora
Hàgene quale ostaggio.[1] E vi consiglia,
Se non v’è caro Hàgen seguir, Rumoldo,
260Per ch’io vi son, come servo devoto

  1. Perche dobbiate sempre fare come egli vuole.
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