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I Nibelunghi 507

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Terra venìan con tanti eroi con seco
Li suoi nipoti, e manifesto in breve
255Lor si rendea di quanto ei gli eran cari.
  Bene accolti essi andaro in su la via
Da’ loro amici; ma poichè in Passavia
Tutti non si potean gli ospiti accôrre,
L’acque passar dovean,[1] là ’ve rinvennero
260Un campo aperto, e tende e padiglioni
Spiegârsi quivi. Tutto il giorno, ancora
Tutta intègra la notte, ivi restarsi
A lor fu d’uopo. Oh! di qual bella guisa
Altri di lor si prese cura! In quella
265Di Rüedgero contrada anche doveano
Andar più tardi, e a lui subitamente
Noto di tanto si rendea l’annunzio.
  Come gli stanchi della via riposo
Presero alquanto e più vicini a quella
270Terra d’Ètzel venìan, là sul confine
Tale incontrâr che si giacea dormiente.
Hàgene di Tronèga una robusta

  1. Di là dal Danubio.
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