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I Nibelunghi 553

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160Arco da giga, lungo e grande, pari
Ad una spada, acuto assai ed ampio.[1]
Così stavan seduti i due guerrieri,
Incliti, ed imperterrito è l’aspetto.
  Così mostraro i due ardimentosi
165Che dal seggio levarsi ei per temenza
Di nessuno volean. L’inclita donna
Venne frattanto innanzi da’ lor piedi
E nemico saluto ad ambi offerse.
  Hàgene, ed ella disse, ora mi dite
170Chi mai qui vi mandò, perchè da voi
Cavalcar si osi in questa terra? Eppure,
Ciò che a me feste, conoscete ancora.
Che se buon senso aveste voi, lasciare
Più giustamente dovevate voi
175Questo vïaggio. — Ed Hàgene rispose:
  Niuno mandò per me. Tre cavalieri
Altri invitava a questa terra, ed elli
Signori miei si chiamano, e son io

  1. Ciò, figuratamente, s’intende per una spada.
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