Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
I Nibelunghi | 561 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|I Nibelunghi, Hoepli, 1889, II.djvu{{padleft:202|3|0]]
Venire a me. Gran duol però fu tolto
325Alla regina. E sì gran meraviglia
Prendemi ancora che mai vi fec’io,
Perchè cotanti ch’io già m’acquistava
Ospiti illustri, unqua pensier non ebbero
Di scender qui nella mia terra. Intanto,
330Perch’io v’ho visti, ciò è di me gran gioia.
E Rüedegero, cavalier magnanimo,
Così rispose: Volentier vederli
V’è d’uopo inver. Buona è lor fede ancora,
Quale i congiunti e la donna mia[1]
335Osservar ponno bellamente. Ed essi
Recanvi in casa molti eroi gagliardi.
A un solstizio, di sera, a quel palagio
D’Ètzel possente vennero i signori,
E raro assai di accoglienze sì grandi
340Ridir s’intese, come questi eroi
Ètzel accolse. Ed era tempo omai
Del mangiare, ed a mensa andava il sire.
- ↑ Kriemhilde.