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I Nibelunghi | 565 |
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Notte lasciate che, stranieri, noi
Ci riposiamo. E ciò si fa, mi penso,
Da tutti eroi che hanno cotal desìo.
Così menarsi gli ospiti a una grande
40E vasta sala, quale per gli eroi
Apprestata ei vedeano in tutte parti
Con letti ricchi assai e lunghi e vasti. —
E meditava intanto il maggior male
Donna Kriemhilde a lor. — Vedeansi quivi
45Molte coltrici adorne, artificiose,
D’Arraz città,[1] di rilucenti stoffe,
Coperte molte in arabica seta,
Le più belle davver, su cui ricami
Giaceano e borchie, che regal splendore
50Davano attorno. Molte si vedeano
Coperte d’ermellin, di zibellino
Nero, e là sotto elli potean lor agi
Tutti far della notte infino all’ora
Del dì lucente. Mai non giacque sire
55Con tanta pompa coi consorti suoi.
- ↑ Nei Paesi bassi, donde venivano gli arazzi.
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