< Pagina:I Nibelunghi, Hoepli, 1889, II.djvu
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta.

I Nibelunghi 565

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|I Nibelunghi, Hoepli, 1889, II.djvu{{padleft:206|3|0]]

Notte lasciate che, stranieri, noi
Ci riposiamo. E ciò si fa, mi penso,
Da tutti eroi che hanno cotal desìo.
  Così menarsi gli ospiti a una grande
40E vasta sala, quale per gli eroi
Apprestata ei vedeano in tutte parti
Con letti ricchi assai e lunghi e vasti. —
E meditava intanto il maggior male
Donna Kriemhilde a lor. — Vedeansi quivi
45Molte coltrici adorne, artificiose,
D’Arraz città,[1] di rilucenti stoffe,
Coperte molte in arabica seta,
Le più belle davver, su cui ricami
Giaceano e borchie, che regal splendore
50Davano attorno. Molte si vedeano
Coperte d’ermellin, di zibellino
Nero, e là sotto elli potean lor agi
Tutti far della notte infino all’ora
Del dì lucente. Mai non giacque sire
55Con tanta pompa coi consorti suoi.

  1. Nei Paesi bassi, donde venivano gli arazzi.
72

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|I Nibelunghi, Hoepli, 1889, II.djvu{{padleft:206|3|0]]

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.